La mia estate all’insegna del fancazzismo più spinto prosegue senza tregua né segni di ravvedimento.
Trascorso anche il compleanno all’insegna di pochi e selezionatissimi ingredienti, dispendio minimo di fatica e impiego quasi nullo di energie, la vita prosegue tra attività amene e spunta di voci su liste immaginarie.
Quest’ultima pratica con l’esclusiva finalità di autorassicurarmi e sentirmi, se possibile, ancora più in pace con me stessa.
Perché da spuntare in realtà ci sarebbe ben poco e di tutte le cose stratosferiche che mi ero prefissata di fare prima di andare in ferie, tipo
-Pulire a fondo la cucina
- Tirare giù uno per uno tutti i libri dai loro ripiani
- Lavare tutti i centrini all’uncinetto sparsi per casa
- Sbrinare il frigorifero
-Liberare il mobiletto del bagno da tutti i flaconcini in disuso da una vita
- Ripulire gli anfratti della scrivania da carte e cartacce accumulate negli anni
…possino cecammese ne ho fatta ancora mezza!
Perfino lo stiro è rimasto uno spauracchio da cui continuare a tenermi saggiamente a distanza e mentre ieri in un accesso di euforia, mi accingevo a scrostare le ragnatele dall’asse all'uopo preposta, ritirando fuori quell’aggeggio ormai semi sconosciuto che è il ferro, per stirare l’ultima camicia dell’amato bene prima delle sue ferie, lui - per fortuna - mi ha riportata bruscamente alla realtà: “Non le stiramo da na vita, mo’ proprio adesso te dovresti decide?”, risospingendo così negli abissi da cui aveva fatto timidamente capoccella ogni più piccolo accenno di buona volontà.
Manco la guida del Sudafrica ho ancora finito da leggere.
Nemmeno la polvere più atavica ho scrostato via dai mobili.
Solo mare, tintarella, lunghe passeggiate, qualche mercatino e il momento topico della giornata attorno a cui tutto ruota e tutto si concentra: la pennichella dopo pranzo!
Immancabile, imprescindibile, guai a chi me la leva.
Ma in questa pigra e sonnacchiosa estate, con inaspettato ed euforizzante sovvertimento di regole e compitini autoimposti, ho fatto anche, tra le altre, due cose molto belle di cui vado estremamente fiera:
- Riallacciare i rapporti con un’amica di vecchissima data persa di vista da un po’.
- Imparare a giocare a scacchi
A presto un posto dedicato esclusivamente a quest’ultimo punto e a tutte le sonore sconfitte inflitte al mio amato avversario….
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Gli ingredienti sono un po’ a occhio, dipende dalla teglia che si userà e nel mio caso sono arrivata all’ultimo strato senza avere peperoni sufficienti a ricoprirlo interamente. Poco male, perché tanto alla fine si spolverizza di pangrattato e si coprono così tutte le magagne.
Ingredienti
3 peperoni gialli
3 peperoni rossi
1 mozzarella
5-6 pomodori a grappolo
3 fogli di pane carasau
Una manciata di olive verdi o nere
1 spicchio d’aglio
Origano
basilico
Pangrattato
Olio extravergine d’oliva
Sale
Peperoncino
Procedimento
Innanzitutto arrostire i peperoni sul fuoco o mettendoli in forno a 200° per circa ¾ d’ora rigirandoli un paio di volte.
Dopodichè chiuderli in un sacchetto di plastica per un po’ per facilitare l’operazione di pulitura da pelle e semi.
Metterli a scolare a mano a mano che si puliscono, tagliarli a falde grandi e tamponarli leggermente con carta da cucina.
Lavare e mondare i pomodori, quindi frullarli con un po’ di olio, sale, peperoncino e basilico.
Strofinare una teglia con lo spicchio d’aglio, oliarla leggermente e iniziare a formare gli strati distribuendo prima i peperoni sul fondo, sale, origano, pane carasau, pomodori tritati, mozzarella, ancora un filo d’olio e proseguendo in questo modo fino a esaurimento di tutti gli ingredienti.
Terminare con i peperoni e disporre sull’ultimo strato le olive tagliate a rondelle. Cospargere di pangrattato e una generosa spolverata di origano. Trasferire in forno a 180° per circa 15-20 minuti.
Lasciare riposare qualche minuto a temperatura ambiente prima di servire.