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Channel: Pizza Fichi e Zighinì
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L’allieva che supera il maestro - Involtini di pollo alla crema di formaggio, pomodori secchi e noci

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La vita in questa piccola casetta scorre, pur negli esigui spazi della stessa, tra mille insidie e pericoli costanti.
È che nella nostra (pure lei piccola) famiglia ci si “diverte” (se fa pe dì) davvero con poco.
O meglio, la sottoscritta, suo malgrado, si è dovuta rassegnare nel corso degli anni a trascurabili scherzi, piccoli tranelli, innocue trappole disseminate un po’ ovunque sui brevi percorsi, al solo scopo di suscitare una vacua ilarità e soddisfare così lo spirito burlone dell’amatissimo bene.
Si spazia quindi dalle luci accese e spente a rapidissima intermittenza, intorno alle 5 del mattino; ai bicchieri di acqua gelata tirati nella doccia mentre l’altr(A) si sta rilassando sotto un getto che scorre a una temperatura prossima ai 50°; fino all’abitudine di incollare ritagli di giornale sul ritratto di Giacomo Leopardi appeso in camera da letto.
Cui io ovviamente tengo moltissimo.
Ora è la volta del faccione sorridente di Flavio Insinna che ha preso il posto del visetto emaciato del sommo poeta.
Non posso svegliarmi ogni mattina con la faccia di quello sfigato davanti agli occhi: almeno Insinna ride!” è stata la giustificazione del mio consorte a questo affronto.
Ma fino al mese scorso il volto del povero Leopardi troneggiava su un mezzo busto femminile, fasciato in un abito di paillettes,  con tanto di tracollina di strass: tra le due opzioni, non saprei quale scegliere.
Nel tempo dunque, volendo schivare scherzi innocui e soprattutto sopravvivere a quelli più pesanti (tipo entrare al buio in camera e sentirmi afferrare una caviglia da sotto il letto…) senza rischiare di rimanerci stecchita ogni volta, ho dovuto imparare a difendermi.
Prevenire qualche mossa, affinare le tecniche, affilare le armi.
Le idee a volte, nella fervidissima immaginazione del burlone di casa, nascono anche così, da un pezzo di carta stagnola appallottolata prima di essere buttata al secchio, sua naturale destinazione.
Almeno nelle case normali.
Qui invece prontamente infilata nella maglietta dell’altr(A), che sarei io.
Questo gesto innocente è capace, qui in questa casetta, di dare la stura a tutta una serie di vendette trasversali e raffinatissimi piani di attacco.
È così che quella palla di carta stagnola ha gironzolato per casa tutta la seconda metà di settembre senza trovare pace (e io con lei…).
Una volta me la ritrovavo sotto il cuscino.
E allora gliela infilavo nella tasca del pigiama quando al mattino glielo ripiegavo.
Un’altra volta me la ritrovavo nell’anfratto più recondito della mia borsa mentre andavo al lavoro
E allora, tornata a casa, gliela nascondevo nel taschino di una camicia.
Poi me la ritrovavo sotto la tazza capovolta della colazione.
Allora gliela sistemavo nel portapranzo insieme al riso (sperando che magari gli venisse in mente di farla finita e buttarla lì in ufficio).
Mai nessuno dei due che cedesse. Nessuno che dichiarasse la vittoria dell’altro.
E sta palla di stagnola che continuava a girare, coprendo chilometri e distanze.
Arrivando anche fino a Roma, per poi tornare indietro.
Finché.
10 ottobre, giovedì, giorno del suo compleanno.
 Niente regali al momento, perché i festeggiamenti sono rimandati a sabato.
Eh ma le candeline si soffiano nel giorno designato, che quelle mica possono aspettare.
E un piccolo regalino può anche anticipare quello vero.
Prendo la scatolina di un anello, la dimensione perfetta.
La avvolgo con cura, in una carta bella e raffinata.
Scelgo un nastrino dorato, lo stiro in mille riccioli.
Gli faccio trovare il pacchettino sul tavolo, accompagnato da un biglietto sentito e perfino toccante.
Lo apre fremente di curiosità, quasi commosso per questo anticipo di festa.
Pensa a un cioccolatino, a una cosa piccola ma simbolica, non gli viene in mente altro.
E la scatolina svela generosa il suo contenuto: la palla di carta stagnola!!!
Tenuta opportunamente ferma per una settimana, in modo che lui se ne dimenticasse, che non ci pensasse più.
Non può che farsi una risata, lui, il genio degli scherzi, e arrendersi all’evidenza.
M’hai fregato”, ammette sportivamente.
E la palla di stagnola, finalmente, finisce al secchio.
Ahhhhh le soddisfazioni della vita!

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Un semplice appunto, su una rivista settimanale, il richiamo-lampo a questi involtini di pollo semplici e veloci.
E altrettanto semplicemente e velocemente li ho preparati qualche giorno fa per cena. Sfidando l’avversione dell’amato bene per i formaggi spalmabili (a meno che non siano trasformati in creme dolci per farcire torte e tortine), la sua repulsione per i pomodori a pezzi, la tendenza a storcere il naso davanti a pietanze salate anche solo minimamente tendenti al dolce.
Ecco, non ce n’era una che gli potesse andare bene in questo piatto (una piccola vendetta trasversale pur questa...), ma l’ho buttata sulla sfida da quiz: “indovina cosa c’è dentro? Solo 4 ingredienti, via al tempo!”. E così distraendolo fino alla fine s’è mangiato tutto mostrando anche di apprezzarlo particolarmente. Poi proprio quando mancavano un paio di bocconi e i due ingredienti più importanti da scovare, ha capitolato: “mi arrendo”, costringendomi a svelargli contemporaneamente la presenza di formaggio e pomodori.
Ora che me lo hai detto ce lo sento il formaggio…mentre su questi avrei scommesso che fossero peperoni”……..ovviamente.


Ingredienti (x2)
300 gr petti di pollo
2 cucchiai di formaggio spalmabile (io senza lattosio)
6 pomodori secchi sottolio
6 noci
1 bicchierino di marsala semisecco
1 spicchio d’aglio
Olio extravergine d’oliva
Sale
Pepe

Procedimento
Battere leggermente i petti di pollo e privarli delle parti grasse. Lavorare con una forchetta il formaggio insieme ai pomodori ben sgocciolati e ai gherigli di noci, entrambi tritati al coltello.
Spalmare quindi ogni fetta di carne con il composto e arrotolarla fermando il tutto con uno stecchino o due.

Scaldare dell’olio in una padella insieme allo spicchio d’aglio leggermente schiacciato. Unire gli involtini e farli rosolare bene su ogni lato; sfumarli quindi con il marsala, 

alzando per qualche secondo la fiamma, quindi riabbassare, aggiustare di sale e pepe, coprire la padella e lasciare cuocere ancora per una decina di minuti o quindici secondo la grandezza degli involtini.
Irrorare abbondantemente di salsina!!

N.B.: abbiate cura che vi rimanga un cucchiaino di composto da poter aggiungere in padella insieme al marsala mentre sfumate affinché si ottenga una cremina da sballo!






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