Quantcast
Channel: Pizza Fichi e Zighinì
Viewing all articles
Browse latest Browse all 450

Il motivo? - Melanzane ripiene di carne alle olive

$
0
0

Chissà da quanti anni stavano lì.
A osservare e magari ridere delle umane stupidità e degli attimi di follia.
Come quelli che li hanno portati a essere segati in tanti pezzi, da personaggi in tuta e caschetto, armati di rombanti motoseghe.
Arrampicati come scimmie, sospesi come uccelli maldestri e senza ali, imbragati come stuntman sprezzanti del pericolo.
E loro sempre lì, a guardare fino all’ultima pigna, l’ultimo ramo, l’ultimo ago verde e lussureggiante.
Con tutti gli anelli dei loro lunghi anni, scolpiti all’interno del lungo fusto e tristemente evidenti nei pezzi caricati a mano a mano sui camion.
Mica in una sola volta, che quei due fetenti erano proprio alti, e il loro tronchi davvero larghissimi, così ampi che per abbracciarli alla base, per esempio, ci volevano almeno 3 persone.
Abbattere due pini marittimi nell’arco di una stessa giornata richiede impegno e fatica.
Strada sbarrata, divieto di sosta per le macchine, permesso da richiedere per poter rientrare a casa propria, svariati uomini-scimmia appesi per la vita e abbarbicati a ogni ramo prima di reciderlo a colpi di motosega...
Solo uno dei due era malato, l’altro dava solo fastidio, con le sue radici che rialzavano il posto auto di due condomini e tutti quegli aghi che si ostinavano a cadere ogni volta che venivano colpiti da folate di vento.
E poi c’era quella polverina gialla che a ogni primavera invadeva tutti gli appartamenti, andandosi a posare impertinente su mensole, mobili, oggetti e pavimenti.
Visibile e fastidiosa, mica come quella sottile e discreta dell'inquinamento, quel particolato lì che perlomeno è invisibile e occhio non vede cuore non duole.
Per non parlare delle pigne, che ultimamente nemmeno cadevano più, prese di mira da chi, con l’occhio lungo dell’affarista improvvisato, passava giornate a razziarle per ricavarne pinoli da vendere a caro prezzo.
Ma ecco, se non ci fossero state queste risolutive figure, le miserelle avrebbero continuato a  schiantarsi al suolo, come da che mondo è mondo le pigne sono solite fare, rischiando però di ammaccare il tettino di qualche suv nuovo di zecca dimorante sotto la sua ombra… o la nuca scoperta di qualche imbecille, ovviamente in rigoroso ordine di importanza.
Ma c’era anche la questione spinosa delle processionarie, quei raccapriccianti bruchetti pelosi che procedono attaccati tutti in fila indiana: pericolo grandissimo di fronte al quale l’abbattimento di due alberi deve essere sembrato l’unico rimedio possibile
(ma meno male che gli antichi non la pensavano come noi, altrimenti i pini nemmeno li avremmo mai conosciuti!).
Scartabellando l’archivio infinito delle mie foto, alla voce “casetta” ho trovato miracolosamente due immagini che li ritraggono entrambi, scattate chissà quando, immediatamente dopo un temporale.

Il pino malato è visibile qui sul lato destro della foto, proprio sotto l’angolo del balcone ed esattamente dove l’arcobaleno sembra andare a conficcarsi.
L’altro, quello sano, appariva così dal mio balcone.


È proprio vero, come dice Giulia, che “non ci vuole niente a distruggere la bellezza” e soprattutto non si fa nemmeno la fatica di andare a cercare pretesti minimamente più convincenti.
Anche perché esistono davvero motivazioni valide per decidere così, di punto in bianco, di abbattere due alberi che stavano lì da chissà quanto tempo?

@@@@@@@@@@@@@


Ingredienti (per 4)

4 melanzane viola lunghe
600 gr di macinato di manzo
3 fette di pane raffermo ammollato
2 uova intere + 1 tuorlo
1 manciata di olive taggiasche snocciolate e tritate
1 ciuffo di prezzemolo
Parmigiano
Pomodorini
Pangrattato
olio extravergine d'oliva
sale


Procedimento
Lavare e asciugare le melanzane, quindi togliere il picciolo, tagliarle a metà nel senso della lunghezza e svuotarle delicatamente di una parte di polpa creando una cavità. Salarle e oliarle leggermente.
Tagliuzzare la polpa ottenuta e unirla alla carne macinata insieme alla mollica del pane ben strizzata, le uova, il parmigiano, un po’ di sale, il prezzemolo tritato e le olive snocciolate e sminuzzate.

Riempire le mezze melanzane con il composto di carne e disporle in una teglia ben oliata o ricoperta di carta forno. Cospargerle di pangrattato, un filo d’olio, fettine di pomodoro e cuocerle in forno a 200° per circa un’ora, un’ora e venti, regolandosi secondo il tipo di forno: affondando la forchetta nella melanzana questa deve risultare morbida. Terminare con gli ultimi 5 minuti in funzione grill.


Viewing all articles
Browse latest Browse all 450

Trending Articles