Non si può dire, in fondo, che non sia una tipa dal cuore tenero.
Spigolosa e intransigente su molte cose.
Incazzosa e fumantina su tante altre.
Umorale e un pizzico fissata sulla maggior parte delle questioni.
Che farle bene diventa subito questione di vita o di morte.
Cucinare una minestrina col dado come rispondere a domande sui massimi sistemi.
E il bianco e il nero imperano peggio che nell’età dell’adolescenza, che io i grigi e le approssimazioni pure a quarant’anni suonati, riesco a digerirli poco.
Precisione.
Verifica.
Scavare sempre a fondo.
Avanti a testa bassa.
Ma anziché andarmene in giro ad artigli tesi, fendendo l’aria con minacciose zampate e ruggendo cavernosamente, come ben si converrebbe al mio segno zodiacale, dietro questa dura corazza, in realtà, si nasconde l’animo di un’autentica, certificata e riconosciuta mammoletta dalla lacrima (molto) facile.
Piango per le cose più disparate.
Dal classico film-polpettone romantico, a una musica struggente ascoltata per caso, anche al volo camminando per strada.
Dalle immagini di certa pubblicità progresso, a un articolo di giornale volutamente pietoso.
E come i personaggi dei cartoni animati di un tempo, mi ritrovo con pozzanghere tremule di lacrime che riempiono la palpebra inferiore stazionando solo pochi secondi prima di rotolare copiosamente giù, senza che io possa fare alcunché per fermarle.
Ma a volte me le vado anche a cercare.
Se vedo un bimbo rosso di rabbia, ancora incapace di parlare, che grida il suo disappunto esternandolo pure con sguardi disperati, io lo anticipo addirittura.
Piangendo prima che scoppi in lacrime lui.
E faccio davvero una gran fatica a mantenere quel filo di decoro che mi impone perlomeno di celarlo.
Se non altro ai suoi occhi, che pur sempre la sua tata sono.
Non mi salvo nemmeno in un luogo tutt’altro che commovente come la palestra: se a un tratto sopraggiunge una musica particolarmente toccante, che mi riporta alla mente qualche ricordo o tocca, a tradimento, qualche corda sopita dell’anima, posso anche essere impegnata in un esercizio molto faticoso, trovarmi in bilico sui maxi palloni, ondeggiare sul tatami appesa agli anelli, penzolare dalla parete ancorata per i piedi agli elastici…che una lacrima mi scende comunque.
In ogni caso, senza scampo.
La reazione maschile di fronte a questo serio problema è perlopiù di imbarazzo celato però dietro frasi che, almeno negli intenti vorrebbero essere di conforto, ma nella pratica si rivelano subito per ciò che sono, ovverosia goffe affermazioni scorbutiche riassumibili tutte nella risolutiva domanda di rito:
“Ma che te piagni?”
Cui ovviamente non può seguire una risposta razionale.
Specie in certi periodi del mese, che vaglielo a spiegare ai signori uomini cosa significa essere preda di tempeste ormonali che manco KenShiro vale il paragone.
Ma a tutto c’è un limite.
E va bene commuoversi per un film, per una musica, per un bimbo, per le parole di un libro.
Al limite passi pure sciogliersi in lacrime per un servizio particolarmente toccante de Le iene.
Singhiozzare convulsamente davanti a un redivivo Claudio Baglioni che ancora canta (egregiamente, va riconosciuto) di magliette fini, schiume di cavalloni pazzi che si rincorrono nel mare e legnetti di cremino, i cui ricordi, tutti, si perdono beatamente nella notte dei tempi.
Ma farsi trovare dal proprio marito in forte ambasce o col trucco già sfatto per pregressi lacrimoni davanti al faccione di Costantino della Gherardesca in una puntata di Boss in incognito...
no, questo è davvero troppo.
Un moscerino nell’occhio.
Una congiuntivite in arrivo.
Le lenti che si sono seccate….
Tutto, fuorché la verità.
Negare sempre.
Sviare l’attenzione
“mi prendi per favore le lacrime artificiali?”…che quelle vere in certi casi non è che sia consigliabile, è proprio necessario, DOVEROSO , nasconderle!
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Ingredienti (per circa 8 pezzi)
1 cespo di broccoletti siciliani (400 gr una volta puliti e lessati)
3 scatolette di tonno da 80 gr
1 patata lessa media
1 uovo
Il succo di mezzo limone
Pangrattato (ricavato da pane raffermo tostato e frullato)
Peperoncino
Sale
Olio extravergine d’oliva
Procedimento
Mondare e dividere in cimette i broccoletti. Dopo averli lavati lessarli per circa 20 minuti, quindi scolarli e tritarli al coltello.
Schiacciare la patata ancora tiepida con la forchetta e unirla ai broccoletti.
Aggiungere il tonno sgocciolato e sminuzzato e infine l’uovo, il succo di limone e il peperoncino.
Aggiustare di sale, quindi unire poco pangrattato fino a ottenere la giusta consistenza per formare delle polpette.
Passarle nel pangrattato e schiacciarle leggermente.
Far scaldare dell’olio in una padella antiaderente e cuocervi le polpette avendo cura di non girarle fino a quando non avranno formato una bella crosticina dorata.
Pochi minuti, un altro pizzico di sale e buon appetito!
Note:
- le polpette, cosparse di un filo d’olio, si possono cuocere anche al forno su una teglia ricoperta di carta per circa 15 minuti (in forno già caldo) a 180°.
- All’impasto si può aggiungere parmigiano o pecorino a piacere
- Per renderle ancora più gustose e saporite, prima di formare le polpette si possono far saltare i broccoletti qualche minuto in padella con aglio, olio e peperoncino (riducendo però i tempi di lessatura precedenti, a 15 minuti): aspettare che sia tutto ben freddo prima di procedere all’impasto!
- - Il sapore e la consistenza del pangrattato comprato già pronto non sono paragonabili a quelli di un pangrattato ottenuto da fette di casereccio raffermo, fatto tostare in forno e tritato…provare per convincersene definitivamente.