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Channel: Pizza Fichi e Zighinì
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Cronache (pietosissime) da molto molto lontano – Sformato di patate

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Uniti nella buona e nella cattiva sorte.
Insieme in salute e in malattia.
Anime gemelle nei sintomi e nel loro (impervio) decorso.
Romanticamente assisi sul divano di casa a passarci la mascherina dell’aerosol.
O nel letto coniugale a scambiarci tenerezze il termometro e dare i numeri (rigorosamente dal 38 in su).
Rischio di azzannarsi sempre dietro l’angolo.
Che già è complicato gestire un marito ammalato.
Inenarrabili le fatiche di tenerne a bada uno in preda a insofferenza da reclusione forzata nel caso in cui si stia male già per conto proprio.
Ma ho iniziato io per la verità: un raffreddore dei più potenti, poi la febbre, poi una specie di sinusite (variamente sparsa) delle più aggressive.
Per spirito di emulazione ha proseguito lui, evidentemente con un altro ceppo virale, considerato che proprio quando stavo per rimettermi in sesto e assaporavo già il momento di rimettere piede fuori casa, riprendendo bellamente tutte le mie attività, comprese quelle palestricole, mi sono ritrovata (ancora) con 38 di febbre e le orecchie completamente ovattate, in un mondo tutto mio, fatto di silenzi e rumori che sembrano giungere, estremamente attutiti, da molto molto lontano.
La cosa di per sé non sarebbe nemmeno tanto negativa, in taluni casi. Se non fosse però accompagnata da:
-necessità di urlare per comunicare tra noi anche a distanza ravvicinata
-adattarsi a superare il muro del vicino di casa (e di quelli a seguire) col volume del televisore (che manco pora nonna)-
- ma soprattutto, un pari e ancor più frustrante, ottundimento di sapori.
In sintesi: si mangia per nutrirsi, ma senza avvertire la minima differenza tra una coscia di pollo bollita e un tortino al cioccolato con cuore fondente.
Bevo il caffè ma non ne avverto l’aroma.
Addento un pezzetto di cioccolato (che ricorre, insieme al caffé, insistentemente nei miei sogni), ma mi procura lo stesso effetto di un pezzo di plastica morbida (o di plastilina indurita, fate un po’ voi).
Situazione tristissima, specie dopo 7 giorni di vita senza suoni, odori e aromi: si cominciano ad avere le allucinazioni, a sorseggiare il caffè sforzandosi di ricordare ogni singolo motivo percui di solito se ne bevano 4 o anche 5 tazzine al giorno…desiderandone molte di più.
E adesso invece non appaia altro che come un lugubre intruglio nerastro.
Insomma: lazzaretto puro.
La casetta trasformata in ospedale da campo, tra ettolitri di soluzione fisiologica, bibitoni di sospensione per aerosol, colli di antibiotici, montagne di fazzoletti (nuovi e usati).
È stato così necessario stabilire un ferreo ordine del giorno:
Ore 9 antibiotico
Ore 12 aerosol
Ore 16 gastroprotettore
Ore 19 aerosol
Ore 21 antibiotico
Ore 22 gocce per il naso
Tutto questo moltiplicato per due con una turnazione molto rigida per la macchinetta dell’aerosol, che non ha mai funzionato a regimi così alti.
Che un po’ va bene ma mo’, entrare in funzione 4 volte al giorno tutti i giorni è decisamente troppo e ad alto rischio di esplosione.
E ce manca solo che ce pianta in asso pure lei.
Evento non del tutto improbabile, considerando poi che l’amato bene si lancia in virtuosismi tali da voler aggiungere alla medicina di base anche mezza fiala di soluzione fisiologica.
Così, tanto per non lasciare proprio nulla di intentato e perché in questo modo la terapia dura masochisticamente più a lungo e magari, per premio, fa più effetto.
Ma l’unico risultato concreto è quello di vederlo appiccicato alla macchinetta per un tempo mai inferiore ai quaranta minuti, col rischio che il motore stramazzi definitivamente, non prima di aver esternato malamente il suo disappunto vaporizzando a chiare lettere un caldo invito ad andareaffareinc..ina.

I viveri ci vengono recapitati ogni tanto, e sempre a debita distanza, mediante operazioni consistenti in: agganciare saldamente la busta alla grata di accesso, suonare lestamente il campanello avendo cura di controllare che si indossi ancora il guanto, sparire immediatamente senza lasciare altra traccia e solo dopo essersi allontanati a sufficienza inviare sms di avviso ritiro merce.
Medicinali e parafarmaci ordinati telefonicamente al medico di famiglia, previa supplica vibrante inoltrata al più coraggioso dei 4 genitori incaricato a quel punto di tutto un complesso di azioni così articolato:
  1. passare a ritirare le ricette allo studio
  2. portarle in farmacia e comprare tutto ciò che è prescritto più varie altre ordinazioni di medicamenti da banco (vuoi farti mancare, chessò, un flaconcino di Oki? L’ennesimo pacco di fisiologica per i lavaggi nasali che manco un bambino? Una fornitura completa di fermenti lattici che daje e daje sto stomaco ne sta uscendo distrutto?! Cose così, insomma, mica stranezze)
  3. consegnarcele a domicilio con tutte le precauzioni del caso
  4. incorrere nel pericolo di venire incaricato di altre mansioni tipo “Già che ci sei prendimi pure 1 etto e mezzo di prosciutto cotto, una scatola di grattini all’uovo e una confezione di fazzoletti, quelli con il balsamo lenitivo che il naso ormai è bello che scorticato!
Questa la situazione della casetta da una settimana a questa parte.
Questo il bollettino medico.
L’influenza (o chi per lei), quest’anno, ce la siamo beccata in pieno.
Tutti e due insieme.
(Per inciso: io, il giorno seguente alla messa in pratica della formidabile tecnica lavapavimenti-col-tempo-cattivo della suocera….)

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Ingredienti (per circa 4 persone)
1 kgdi patate
1 mozzarella grande
2 etti di prosciutto cotto
1 uovo intero
60-70 gr di burro

Procedimento
Lessare le patate (partendo da acqua fredda e con tutta la buccia), quindi sbucciarle e, ancora calde, passarle allo schiacciapatate ( o in mancanza va bene anche nel passapomodoro a manovella….).
Unire il burro e l’uovo e aggiustare di sale.
Imburrare leggermente una teglia e fare un primo strato di patate. Disporvi sopra il prosciutto cotto e la mozzarella tagliata a fettine, quindi ricoprire con le patate rimanenti.
Praticare lungo tutta la superficie delle righe con i rebbi della forchetta (serviranno a rendere la gratinatura ancora più croccante e gustosa), infornare per una ventina di minuti a 180°, gli ultimi 5 in funzione grill.
Lasciare riposare qualche minuto prima di servire.

Note:
Questa è la versione basic che io preferisco, ma nell’ordine è possibile:
-         insaporire le patate con una grattugiata di noce moscata e una spolverata di pepe
-         sostituire il prosciutto cotto con la mortadella
-         sostituire la mozzarella con altri formaggi tipo fontina

-         mettere tra i due strati tutto ciò che suggerisce la fantasia.


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