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Viaggio nel tempo…per il contest di Eyra - Biscottini all'anisetta


Viaggio di 3 anni fa, una bottiglia di liquore tipico come souvenir e tanti ricordi.
Perché oltre al liquore di anisetta, l’altra cosa che mi è piaciuta tanto sono i bon bon, quelle caramelline tonde e cicciotte ripiene di un cuore d’anice dentro una corazza spessa di cioccolato fondente. 
In pratica: un delirio di bontà!
Tanto che ne ho riportate una scorta e poi me le sono fatte riportare ancora da gente che andava lì.
E quella bottiglia di liquore è finita solo un paio di mesi fa, centellinata con cura e molta prudenza.
Ascoli Piceno è un salotto fatto di travertino.
In particolare quella sua piazza del Popolo che non a caso è considerata una delle più belle d’Italia e in cui passeggiare, specie di sera, restituisce il senso di un relax sano e puro.
 Magari dopo aver gironzolato pigramente fra i vicoli, a naso in su, 
cercando di scorgere e di decifrare le tante iscrizioni in latino sui portoni delle case.
Oppure attraversando qualche ponte, 
entrando e uscendo dalle sue porte, ammirando le torri, le fontane, le facciate, i dettagli prestigiosi di qualche edificio.
O scendendo giù, nei sotterranei della cattedrale del suo santo patrono.


Ma anche semplicemente passeggiando fra le vie, gustando le specialità del luogo: le olive fritte innanzitutto, ma anche qualche azzardo creativo come un meraviglioso carpaccio di pere con riduzione di aceto balsamico e mousse di ricotta, che di certo tipico non è ma indimenticabile sì!
Illuminazione strategica e infiniti dettagli tutti suggestivi, anche nascosti, da stanare solo con occhi molti attenti e dritte azzeccate:
Fate assolutamente una sosta al Caffè Meletti e poi chiedete di andare in bagno”.
Si scende nei sotterranei e…sorpresa! 
il lavandino è incassato in una lastra di vetro sotto la quale sono conservati, pure quelli ben illuminati per poterli ammirare, i ciottoli di un antico muro rinvenuto durante alcuni scavi.
E poi: un b&b in una vecchia casa del ‘600 con annesso giardino segreto, una vecchia torre e mobili d’epoca nelle camere. Una colazione da urlo composta di torte fatte in casa dalla zia della ragazza che lo gestiva e poi marmellate, crostate, biscotti - manco a dirlo - all'anice.
Avevo cercato di estorcere un vasetto di marmellata al peperoncino anche dietro lauto compenso ma mi era stato spiegato che la produzione era limitata al consumo famigliare e allora giustamente se la tenevano stretta. Ma ricordo che accompagnata ai formaggi o anche con la frutta era davvero una delizia!
Padrona incontrastata di tutta la magione e oggetto d’arredamento di indiscusso valore, una gattona meravigliosa dal nome impronunciabile e di sicuro poco nobile: Strumpalumpa, ma per gli amici, confidenzialmente solo Strumpy.

Ma le bellezze non finisco lì: si estendono ben oltre le mura della città, per esempio in quel gioiello  preziosissimo che è Castel Trosino, 
antichissimo insediamento longobardo arroccato su uno sperone di tufo in mezzo al verde, a strapiombo sul torrente Castellano.  
Meraviglia unica. Lì c'era (e magari ci sarà ancora..), a parte la chiesa e un mucchietto di case, un ristorante che si chiamava La Taverna del longobardo, dove con due soldi abbiamo mangiato divinamente pasta fatta in casa e spezzatino d'agnello.
I qui presenti biscotti a ricordo di quel viaggetto fantastico in un angolo d’Italia che vale davvero la pena vedere. Ampliando i confini, andando oltre, magari spingendosi perfino sulla costa.
Assaporando ogni vicolo, veduta panoramica, strada, monte o torrente.
E poi riportandosi a casa un pezzetto di vacanza, facendolo rivivere in un sapore che ritrovi e riconosci al primo morso.

@@@@@@@@@@


Questi biscotti, esattamente come il viaggetto, risalgono a qualche tempo fa, pubblicati altrove e mai più rifatti. Perché poi l’anisetta ce la siamo bevuta così, al naturale, o l’ho impiegata in altre preparazioni.
Tuttavia la prima cosa che feci una volta tornata a casa fu provare a metterne qualche goccia in un impasto per dei biscotti da offrire per merenda, con il tè o con il caffé.
Delicati, profumati e molto gustosi.
Non avendo formine per biscotti quella volta lì usai il tappo dei semi di anice (la tazzina da caffè rovesciata era troppo grande!!).
Se non si dispone precipuamente dell'anisetta in questione, ritengo che un qualsiasi altro liquore all'anice possa svolgere egregiamente il suo ruolo di sostituto...

Ingredienti
2 bicchieri di farina 00
½  bicchiere di zucchero
2 cucchiai di olio di semi
3 cucchiaiate abbondanti di anisetta
1 uovo
1 cucchiaino di lievito
1 cucchiaino di semi di anice
Semi di sesamo o di anice e pinoli per decorare

Procedimento
Impastare tutti gli ingredienti aggiungendo, se necessario, un po’ di farina. Ricavarne un panetto da stendere poi con il matterello (infarinando bene e più volte il piano di lavoro, vista l'estrema morbidezza dell'impasto) e dare forma ai biscottini disponendoli progressivamente in una teglia ricoperta di carta forno. Decorarli a piacere con semi di sesamo o con i pinoli e cuocerli in forno caldo a 180° per 6-8 minuti, o comunque non appena cominciano a dorare (10minuti già sono troppi!). Poi naturalmente dipende dalla dimensione dei biscotti e dal forno.



E con questa ricetta (una preparazione diversa rispetto a quella che avevo in mente e foto decisamente rimediate, che il cielo foodblogghesco mi perdoni), finalmente, dopo mesi di attesa, quasi in extremis ma con il pallino di non potermelo perdere per alcun motivo, partecipo al contest del bellissimo blog Ricette in valigia




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