Nessuna aspettativa, cuore e mente aperti a tutto ciò che sarebbe potuto essere.
Dopo la semi delusione dello scorso anno a Santorini, dove pur avendo scelto un angolo di isola lontano da locali e circuiti turistici, ci siamo trovati immersi in una giungla di motorini e quod, quest’ anno avevamo deciso di non farci illusioni, che sempre di una località turistica si tratta.
Invece, siamo approdati in un paradiso!
Certo l’ accuratezza nella scelta di parti di isola sempre lontane dalla movida e dalle spiagge attrezzate, ha aiutato non poco.
Amoudi: un pugno di case private e studios buttati a casaccio sulla riva del mare. Non figura nemmeno sulla cartina, perché non ci sono spiagge: solo rocce e scalette che digradano dolcemente verso il mare, con l’ acqua che arriva alle caviglie per un lungo tratto.
Tre palafitte trasformate in taverne, due piccoli market con lo stretto necessario (e perfino uno scaffale di souvenir dell’ epoca di Alessandro Magno). Tutto intorno ulivi, fichi, limoni, bouganville e ibiscus.
E poi solo uccellini, qualche mucca, molte capre e galline felici che razzolano spingendosi liberamente fin sull' unica strada percorsa dai pochi residenti e villeggianti (nei market vendono uova fresche di giornata!).
Nessuna spiaggia, nessun lido attrezzato, solo qualche macchina ogni tanto, capitata lì giusto per sbaglio.
Per il resto: una immensa piscina naturale dai colori meravigliosi, che è il tratto di mare proprio sull' uscio di casa. Un piccolo giardino rialzato dotato di un paio di grossi ombrelloni e qualche sparuto lettino datato, fanno il loro egregio dovere. Due pini arruffati contribuiscono a dare refrigerio nelle giornate in cui non soffia il meltemi e una scaletta rossa di legno conduce nella meraviglia delle acque circostanti. Che però digradano dolcemente per un lungo tratto, senza costringere a immersioni immediate.
E se per caso si avvertisse, saltuariamente, nostalgia della movida o di un giro di shopping basta prendere la macchina e andare nei dintorni:
Tsilivi, Alykes e Alikanas per una passeggiata fra tutti i souvenir del mondo;
Laganas, per mondanità e vita notturna;
Zacinto città per una passeggiata sul bel lungomare
o sotto i portici del centro
fra negozi di ogni tipo.
E per uno sguardo dall' alto urge spingersi fin sul promontorio di Bochali, appena sopra Zacinto, che garantirà sì belle vedute (a parte le uniche due pessime foto riportate...),
ma non tranquillità e pace visto che il piccolo borgo è costituito da 4 case e almeno il triplo fra ristoranti, bar e taverne dall’ aria ben poco tradizionale.
Diverso è il discorso per il piccolo paesino montano di Volimes: quattro case e una taverna. Scorci molto belli sulla strada (panoramica, a precipizio sulla costa) per arrivarci,
ma niente di più che pace e tranquillità.
Ma non basta. La varietà di paesaggi offre ogni giorno itinerari diversi. L’ entroterra è una passeggiata rigenerante fra pini e campi sterminati di ulivi con affacci improvvisi e mozzafiato sulla distesa del mare.
Sempre placido, sempre meraviglioso.
La parte occidentale dell’ isola è priva di costruzioni: si incontrano rare macchine di passaggio, mucche, capre e tanta, tantissima vegetazione lussureggiante.
L’obiettivo potrebbe essere il Promontorio di Shiza, scogliera a picco sul golfo pieno di grotte e insenature dove vanno a riprodursi le foche (avvistarne una è altamente improbabile, godersi il panorama assolutamente doveroso), completo di tutti i paesini tradizionali che si attraversavano per arrivarci.
Maries
Exa Hora
Kampi
Villaggi fuori dal tempo dove graziose villette confinano con ruderi di antiche case abbandonate in cui la vegetazione ha preso il sopravvento: rami di vite carichi di uva dolcissima, imponenti alberi di fichi ( pure quelli buonissimi!), ulivi secolari dalla mole impressionante.
Si attraversano questi villaggi
e ci si trova su una strada che punta dritto verso il mare.
A picco, su scogliere che fanno a gara a chi si protende di più verso la distesa di acqua.
Per poi approdare sulla più maestosa, quel Porto Limnionasche attualmente nulla ha a che vedere con un attracco di imbarcazioni (ma in passato sì), ma è la scogliera forse più suggestiva di tutta l’ isola.
Ancora grotte e acqua di smeraldo. E poi terrazzamenti rispettosi dell’ ambiente dove solo una distesa di lettini di legno e ombrelloni di paglia segnala un discreto intervento umano.
Completa il quadro una magnifica, unica taverna
dove servono generosi e gustosi piatti di carne e pesce.
Ma come in quasi tutta l’isola è molto meglio puntare sulla prima, buonissima e cucinata alla perfezione, che sul pesce per il quale non sembrano avere particolare inclinazione (cotture o condimenti eccessivi).
L’obiettivo di tanto vagabondare potrebbe essere anche l’estrema punta settentrionale dell’isola. Quel Capo Skinari dove sorge il faro.
Poco più su, un profumatissimo viale di eucalipti vi condurrà verso due antichi mulini restaurati
e adibiti a fiabesche strutture ricettive
e una lunga e suggestiva scalinata (da gustarsi scalino per scalino) porterà dritti al mare.
Essendo tipo stanziali ( almeno in vacanza) e amanti soprattutto della natura con forti ( preoccupanti?) tratti sociopatici, abbiamo ridotto il tour delle spiagge alle uniche due che ci interessava veramente vedere: Xigia, per la presenza di acque sulfuree
e ovviamente Navagio
per la quale, essendo raggiungibile solo via mare, abbiamo perfino affrontato la rumorosa e affollatissima crociera di massa che dura dalle 9:30 di mattina fino a quasi le 5 del pomeriggio, ma fa il giro completo dell' isola, fra grotte, sosta-bagno nei pressi di Marathonissi (l’ isola delle tartarughe Caretta-Caretta) e caccia al povero esemplare insieme ad altre imbarcazioni traboccanti turisti.
In pratica le malcapitate si trovano circondate di barche fino a quando non decidono (necessariamente) di fare capolino dall’ acqua, lasciarsi immortalare fra boccate di nafta, urla festanti e obiettivi puntati e finalmente riprendere il largo almeno fino al prossimo avvistamento. Un modo un po’ strambo di tutelarle, ma tant'è. Del resto il luogo in cui nidificano corrisponde anche a quello in cui si concentra la maggior parte dei locali di Zante e alla sua spiaggia più affollata, tanto che la sosta su di essa è consentita solo per 3 ore, in modo da favorire il ricambio di persone e a ridosso del bagnasciuga per non correre il rischio di stendere il telo su qualche nido nascosto. Per il resto: premurosi volontari si adoperano per segnalarne alcuni e preservarli dall’ assalto della folla. Del perché i due luoghi coincidano non è dato capirne la ragione.
In pratica le malcapitate si trovano circondate di barche fino a quando non decidono (necessariamente) di fare capolino dall’ acqua, lasciarsi immortalare fra boccate di nafta, urla festanti e obiettivi puntati e finalmente riprendere il largo almeno fino al prossimo avvistamento. Un modo un po’ strambo di tutelarle, ma tant'è. Del resto il luogo in cui nidificano corrisponde anche a quello in cui si concentra la maggior parte dei locali di Zante e alla sua spiaggia più affollata, tanto che la sosta su di essa è consentita solo per 3 ore, in modo da favorire il ricambio di persone e a ridosso del bagnasciuga per non correre il rischio di stendere il telo su qualche nido nascosto. Per il resto: premurosi volontari si adoperano per segnalarne alcuni e preservarli dall’ assalto della folla. Del perché i due luoghi coincidano non è dato capirne la ragione.
La spiaggia del Navagio (Naufragio) offre uno spettacolo unico, che sarebbe ancora più suggestivo se gustato fuori da una bolgia umana intenta a riversarsi fra le lamiere taglienti e arrugginite del relitto armata di aste per selfie.
Comunque, astraendosi da tutto ciò, al suo cospetto si fantastica di contrabbandieri e misteriosi viaggi, si immaginano l' impeto del mare e il momento del naufragio e quasi si resta un po’ delusi scoprendo che il relitto in realtà risale solo al… 1983! Ma questo non intacca di una virgola l’ innegabile fascino di un luogo così particolare.
A patto però di vederlo anche dall'alto, da una prospettiva diversa. E di non accontentarsi di affacciarsi dal balcone sospeso a esso dedicato. Varrà la pena arrampicarsi sulla punta più lontana del crostone di roccia alla sua destra:
ogni traccia di fatica verrà meno al cospetto della visione che schiuderà.
Incanto
Meraviglia
Stupore immenso
Zacinto ci ha lasciato dentro qualcosa di incompiuto.
L’impressione di non aver visto e vissuto appieno tutto. La voglia di continuare ad aggirarsi per l’isola anche solo per ammirarne il paesaggio fatto di terra e di mare.
Di ulivi e di piccoli, autentici borghi che appaiono improvvisi.
Come quell’ Ano Gerakari dell’ultimo giorno (preceduto da Kato e Meso Gerakari), dove purtroppo abbiamo trovato chiusa la chiesa, ma in compenso abbiamo goduto di un (altro, l’ennesimo) panorama bellissimo.
Insomma: ci ha lasciato dentro, decisamente, la voglia di tornare, di approfondire, di scoprire ancora.
Qualche suggerimento:
* Calypsos Studios
28 euro la doppia con balcone vista mare, angolo cottura attrezzato, pulizie giornaliere e cambio biancheria ogni due giorni (prenotato ad aprile su Expedia)
e il consiglio spassionato di non snobbare il piccolo giardino sul mare riservato agli ospiti: come ci hanno spiegato i gestori, fino a maggio c’è addirittura una piccola spiaggia che viene però sommersa nei mesi seguenti.
Acqua placida, calda e soprattutto poco (o per niente) frequentata. Potrebbe capitare di incontrare al massimo un paio di altre persone. Ideale per solitari e gente in cerca di totale relax in un contesto da sogno. Che però possono fare a meno della spiaggia.
Acqua placida, calda e soprattutto poco (o per niente) frequentata. Potrebbe capitare di incontrare al massimo un paio di altre persone. Ideale per solitari e gente in cerca di totale relax in un contesto da sogno. Che però possono fare a meno della spiaggia.
Taverna Amoudi
Palafitta sul mare dove mangiare una buona grigliata di pesce (fresco).
Sul menu si può scegliere tra pesce fresco o surgelato, con relativa differenza di prezzo.
Crossroad Restaurant
Taverna specializzata in (ottima) carne allo spiedo e verdure autoprodotte (non figura sul menu, ma vale la pena chiedere un piatto di verdure grigliate).
Frequentata quasi esclusivamente da persone del posto, si cena con 11 euro a persona: piatto completo, vino, acqua e dolce tradizionale (Frigania: fatto di pan di spagna, latte, miele e cannella) offerto dalla casa.
Notevoli anche la "Cheese Pie", pasta fillo ripiena di feta, cotta al forno
e la moussaka
Si trova nella località di Drosia, proprio sulla strada (che porta da Psarou a Tsilivi), fra due distributori di benzina e campi di ulivi (con mucche al pascolo) tutto intorno.